Sottotitolo: Perché in Italia non fanno mai eventi cinematografici di un certo rilievo e perché è meglio che la situazione resti così.

Sì, sono andata alla premiere di Catching Fire a Roma e ne sono rimasta disgustata.

Occhio, io sto ancora in trance perché ho visto (da lontano) la mia dea Jennifer Lawrence e questo mi va più che bene, ma la giornata è stata tremenda e da incubo e non posso tacere sulle oscenità che hanno costellato le mie 12 ore all’Auditorium Parco della Musica.

Provo innanzitutto a farvi un sunto della mia giornata, per poi passare a parlare di cosa non è assolutamente andata.

Parto mercoledì 13 da Parma letteralmente terrorizzata, provate a mettervi nei miei panni: vi state preparando per andare ad incontrare di persona la vostra divinità, non è cosa di tutti i giorni insomma.

Viste le voci che mi sono giunte del tipo c’è gente che va ad accamparsi dalla sera prima, decido di essere in Auditorium prima possibile, dunque mi alzo alle 5,45, attraverso mezza Roma e alle 7,15 giungo a destinazione. Mi aspettavo toh, una ventina di persone #einvece.

Vi assicuro che questa foto non rende giustizia alla quantità di gente che effettivamente era lì

Io c’ho provato a “mettermi in fila”, ma quando, un’oretta dopo il mio arrivo, ha iniziato ad accorrere una mandria di rinoceronti, mi son detta che non era il caso rimanere intrappolata in mezzo, evitando così, dunque, l’attacco di panico di prima mattina.

Aperti i cancelli si è scatenato il primo inferno, sì, insomma, la Cornucopia della premiere. Ultimi arrivati in prima fila e ragazzi che si sono sciroppati una notte al freddo catapultati in Cavea, testimonianza diretta di Serena, con tanto di numero 41 impresso sulla mano. La sottoscritta, ovviamente, ha deciso mestamente di appollaiarsi in un angoletto dello pseudo-anfiteatro con Chiara, Lisa, Ilaria ed Ema

La mattinata trascorre tranquillamente, a parte l’indecisione se rimanere lassù o provare ad accamparsi alla fila di transenne appena fuori i cancelli, proprio dove arrivano di solito le macchine con le star (non sono queste che vedete in foto, ma ancora più dietro). Alla fine ha prevalso la vecchiaia interiore, quindi ho preferito rimanere di vedetta, con un posto a sedere assicurato. Mi son anche permessa il lusso di farmi un giretto per l’Auditorium, così che ho avuto l’occasione di scambiare due parole con le mie amiche accreditate Eva, Alessia, Vale, Kia, Carolina, Antonella e Serena.

Ma, c’è un ma. Ad un certo punto abbiamo visto spuntare un gruppo di ragazze che arrivavano in massa nell’angolo di Cavea dove ci eravamo sistemati, Chiara e Lisa incluse (che nel frattempo avevano deciso di tentare la via della transenna esterna), pare che un gruppo di manifestanti per il diritto alla casa avesse deciso di rompere i maroni al festival (giustamente, con un evento del genere in ballo, visibilità ai massimi storici), la cosa si è protratta piuttosto a lungo, tanto che la sicurezza ha dovuto chiudere la cancellata. C & L si sono arrese e sono rimaste con noi sul cucuzzolo della montagna.

Insomma, la polizia tra bimbeminchia urlanti e no global de noattri, quel giorno ha rimpianto sicuramente un sano derby Roma-Lazio, passeggiata di salute, a confronto.

Il pomeriggio passa tranquillamente, si aggrega al gruppetto Federica e intanto vediamo ingrossarsi le fila sia della Cavea che dal poco di viale che riusciamo a percepire. Sono riuscita addirittura a beccare una fan di Chris Evans e il mio cuore fangirlico si è riempito di giUoia e gaudio.

Verso le 17 scatta la prima rissa, la sicurezza decide che non ci si può appoggiare alla balaustra e che non si può star seduti sugli scalini. Alcune ragazzette giunte con tutta la loro tranquillità dopo la scuola pretendevano che il mio gruppetto si facesse più indietro, ovviamente non sapevano che avevano a che fare con un pitbull vestito da chiuahua, tra l’altro appoggiato dal fidanzato accompagnatore del gruppo (Ema Santo Subito) e se ne sono salite piagnucolando (ovviamente dopo mezz’ora tutti eravamo di nuovo ai posti di prima, comprese loro).

Avvicinandosi l’orario X, la situazione si fa critica, la porzione di transennata che vediamo stava per esplodere allo stesso modo in cui Liam Hemsworth fa esplodere le ovaie di metà popolazione femminile, tanto da costringere anche i poliziotti che si erano appena liberati degli aspiranti sessantottini a reggere le transenne che altrimenti si sarebbero sfaldate come un sufflé cucinato male.

E anche lassù nei monti con Annette, ogni tanto qualche ragazzina provava a sfidare il chiuahua e se ne tornava con la coda fra le gambe da dove era venuta.

Il delirio scatta quando arrivano i tre. Urla, strepiti, boati e credo anche che l’INGV abbia registrato dei movimenti tellurici di lieve entità. Non si capisce praticamente più nulla, vedo passare sotto di noi almeno una decina di bimbette mezze svenute e piangenti.

Io rimango totalmente inebetita e pietrificata, a parte un momento in cui stavo per prendere a testate nei denti Ema. Pensavo di iniziare a piangere isterica alla visione di Jen #einvece mi ha lasciato completamente rincoglionita tanto era bella e raggiante.

Momenti da ricordare: la ola che parte dietro istigazione di Jen e Josh e il mitico cartello I Love Peenis di Serena e compagni.

Noi non siamo riusciti a vedere quello che è accaduto sul viale, solo la nostra “porzione”, dove i ragazzi non si sono neanche avvicinati, a discapito della famosa “area esclusiva” che avrebbe dovuto garantire un incontro ai dieci ragazzi che avevano vinto il contest di Twitter #LaRagazzadiFuocoRoma.

Mi sono però giunti racconti dopo la conclusione di tutto il macello, quelli di Carmen e India, in lacrime. Ricorderanno di questo evento la faccia terrorizzata di Jennifer.

Qui, più o meno, finisce la mia giornata.

Ora vorrei trarne delle conclusioni.

In linea di massima, per come si sono svolte le cose, non posso neanche lamentarmi, dato che seppur da lontano, li ho visti decentemente; sono tornata a casa senza fratture, lividi, costole o naso rotti e soprattutto sono uscita vittoriosa senza neanche un attacco di panico.

Ma, c’è sempre un ma. Il disgusto che provo da tre giorni a questa parte è davvero immenso.

No, gente, l’Italia non è preparata a fare anteprime cinematografica per due motivi ben precisi:

1. Le organizzazioni

2. L’inciviltà della gente

Qualcuno mi potrà obiettare: Il Festival del Cinema non si aspettava questa affluenza.

Io potrei rispondere: Non ci credo che lo staff non fosse al corrente che SOLAMENTE al contest Twitter hanno partecipato DICIOTTOMILA account, se vogliamo fare i puntigliosi e ipotizzare che per avere più possibilità di vincita alcuni possano aver utilizzato più di un account. Dunque stimiamo una media di due account a persona, saltano fuori comunque NOVEMILA persone. Ora, mi direte voi: sicuramente non tutti coloro che hanno partecipato sono poi effettivamente venuti fino a Roma, ok, siamo d’accordo. Ma quanta gente che NON ha partecipato è poi partita alla volta dell’Auditorium?

Durante il mio Master in Organizzazione di Eventi mi hanno insegnato che una caratteristica fondamentale dell’Event Mager è quella del problem solving, se non addirittura prevedere gli intoppi che si sarebbero venuti a creare. Qui non è successo nulla di tutto ciò.

Si suppone che nella Fondazione Cinema per Roma ci lavorino persone di una certa esperienza e che si informino su quello che succede nel resto del mondo, possibile, quindi, che a nessuno di loro sia venuto in mente di organizzare una distribuzione numerica tramite braccialetti o quello che volete voi per ordinare un minimo l’afflusso di gente? E soprattutto contenere il numero di persone che dovevano stazionare nel punto che comunque serviva per accedere all’interno della struttura.

Contenimento che avrebbe poi convogliato il resto della gente verso la Cavea e, una volta piena pure quella, bloccare l’accesso agli ultimi arrivati? Ok, potrebbe risultare cattivo, ma per ordine e sicurezza bisogna pur scegliere di non essere buoni.

Sarebbe stato un problema lasciare per una sola notte le cancellate aperte per consentire ai ragazzi mano a mano che arrivavano sistemarsi con ordine alle transenne del vialetto?

Sono stati, però, talmente furbi da scatenare il panico due giorni prima comunicando che le persone prive di biglietto o accredito non potevano sostare ai bordi del red carpet, ma soltanto in Cavea, se non qualche ora dopo, correggere il tiro affermando di non essersi spiegati bene (o siamo stati noi a non capire?) e che l’accesso sarebbe stato consentito ANCHE in Cavea. Insomma una prestazione degna del miglior Cavaliere B. dei tempi che furono, una guerra scatenata solo per aver dimenticato un avverbio.

Come se noialtri fossimo talmente cretini da non capire l’immensa paraculata.

E mi dispiace fare questa filippica contro il Festival, visto che per due anni ci ho partecipato come accreditata e, nonostante qualche boiata, mi sono sempre trovata bene e l’ho sempre difeso strenuamente quando veniva attaccato.

No, gente, non ci siamo. E’ un Festival di risonanza internazionale, non la sagra della porchetta.

Negli Stati Uniti mettono in piedi un sito internet dedicato al Fan Camping, in Italia proviamo a scoraggiare la gente a non venire provando a buttare lì idee balzane.

Last but not the least: transenne di legno, seriously?

Ma non voglio dare tutte le colpe ha chi ha messo in piedi la manifestazione, d’altra parte se la gente è incivile e cafona non è una responsabilità.

Parliamo dell’età media, 14 anni. Se avessi avuto la stessa età, mia madre mi avrebbe presa a calci in culo se mi fossi azzardata a chiedere di saltare un giorno di scuola per andare ad una premiere.

Ricordo ancora con il cuore sanguinante la me dodicenne che non ha potuto assistere ad un concerto dei Take That nel 1995 perché non era proprio il caso di spendere soldi e perdere le lezioni per una cosa così.

Poi mettiamoci la mentalità del furbetto del quartiere, che caratterizza l’italiano medio e che, a quanto pare, si palesa anche in tenera età.

“Ahò, io ce provo a spinge e a passà davanti.”

Cosa che è successa un po’ a tutti quelli che conosco, inclusa me (anche se io sono riuscita in parte a far sgomberare le pischelle, prendendomi parolacce ma fottendomene bellamente).

Lo spintone, mi spiegate il senso? Se hai già 3/4 file davanti a te, mi spieghi qual è la logica di prendere a gomitate chi ti sta davanti o peggio ancora salirgli sopra? Per non dire che, a quanto pare, qualche ragazza ne è uscita sanguinante col setto nasale rotto.

Io capisco che la saga parla di ragazzini che si ammazzano tra di loro, ma il senso di assistere ad un red carpet non è quello. Spingere o far del male chi ti sta davanti, certamente non ti premia con l’autografo del tuo “idolo” (che parola orrenda). Sai cosa succede? Che costringe chi di dovere a creare dei cordoni di sicurezza perché non si ribaltino le transenne e gli attori non si possono avvicinare a farti l’autografo, sei contento? Di certo sei una bestia.

Bestia non solo per questo motivo, sei bestia pure perché se le transenne non fanno il loro lavoro a causa della tua delicatezza rischi di schiacciare chi sta davanti a te e visto che spesso e volentieri erano ragazzine dal peso di venti chili, le avresti pure potute uccidere.

Ah, e non fatemi soffermare sul fatto che parecchi dei ragazzi che erano lì a farsi largo leggevano il libro durante l’attesa, magari farlo prima, no eh? Mi raccomando, però, impiastricciatevi la faccia con le scritte Pita I <3 U. Ma non fatemi risultare la snobbbbb del piffero, ché comunque la gara a chi arriva prima non mi è mai piaciuta.

La tristezza che mi mette addosso questa situazione che si è creata giovedì è indescrivibile, perché l’isteria e la maleducazione sono riuscite a trasformare una cosa bellissima in un pandemonio miserrimo.

Va bene, va bene io c’ho anche una certa età e alle cose (FORSE) ci arrivo prima rispetto a chi di anni ne ha la metà dei miei, ma se una tua coetanea ti prega, con le lacrime agli occhi, di non spingere perché la stai schiacciando e le stai facendo male, c’è bisogno di essere maturi e laureati per farlo. Ci vuole un talento speciale per capire che essere cafoni non porta assolutamente a nulla se non peggiorare le cose?

Io ci tenevo in modo molto particolare perché questa cosa si svolgesse al meglio, perché amo questa saga in maniera incredibile e venero Jennifer Lawrence.

E invece no, invece, come al solito, tutto è stato distrutto dalla gente che popola il mio bellissimo paese e quotidianamente lo deturpa con queste cose.

Perché sì, perché certe situazioni sono lo specchio di altre molto più grandi, perché se il rispetto non esiste già a questa tenera età, non esisterà mai più.

E ora tipo basta perché non mi va di fare moralismi di alcunché, perché su questo blog si deve ridere e scherzare, però, ahimè, la circostanza mi ha lasciato l’amaro in bocca e parecchio.

Che poi volete mettere che figura di merda spaziale con Jen, Josh e Liam?

Secondo voi, a vedere certe scene da manuale del perfetto pazzoide, avranno voglia di tornare da noi?

Circola voce che i produttori, visto l’incredibile affetto dimostrato (oh, non possiamo certo negare il calore tipico italiano), vogliano organizzare un altro evento per l’anno prossimo, addirittura la premiere mondiali.

Io spero solo che sia una burla, perché, se le condizioni rimangono tali, non è assolutamente sano e concepibile che si possa ripetere una cosa del genere, magari triplicata (cioè, gente, anteprima mondiale ovvero oltre ai protagonisti, anche altri membri del cast, per non parlare di gente che potrebbe accorrere da ogni parte del mondo com’è successo a Londra quest’anno).

No, ragazzi, pensateci bene prima di buttarvi in un’esperienza davvero malsana.

Il post si è protratto anche fin troppo a lungo, nonostante io mi sia sicuramente dimenticata qualcosa, incluso del complaining personale.

Per concludere, vi lascio tre video a cura della mitica Eva per Best Movie: